Purgatorio

Canto XI

Animae

Brano n.28 (03:58)

Strumenti utilizzati:
Voci maschili – Bass drums – Anvils – Contrabbassi (suonati battendo sulle corde con il dorso dell’archetto).

Ancora una preghiera (Pater Noster) che le anime recitano mentre salgono, in ordine sparso, ed in modo circolare. Il ritmo è pesante, come il peso dei macigni che stanno portando. Le linee melodiche sono tante e la preghiera si sovrappone, moltiplicandosi e creando ancora una volta una collettività, una polifonia liturgica.

Mentre ascolti il brano musicale puoi leggere i versi del Canto XI e se lo desideri puoi anche consultare la parafrasi.

Canto XI

«O Padre nostro, che ne’ cieli stai,
non circunscritto, ma per più amore
ch’ai primi effetti di là sù tu hai,

laudato sia ’l tuo nome e ’l tuo valore
da ogne creatura, com’ è degno
di render grazie al tuo dolce vapore.

Vegna ver’ noi la pace del tuo regno,
ché noi ad essa non potem da noi,
s’ella non vien, con tutto nostro ingegno.

Come del suo voler li angeli tuoi
fan sacrificio a te, cantando osanna,
così facciano li uomini de’ suoi.

Dà oggi a noi la cotidiana manna,
sanza la qual per questo aspro diserto
a retro va chi più di gir s’affanna.

E come noi lo mal ch’avem sofferto
perdoniamo a ciascuno, e tu perdona
benigno, e non guardar lo nostro merto.

Nostra virtù che di legger s’adona,
non spermentar con l’antico avversaro,
ma libera da lui che sì la sprona.

Quest’ ultima preghiera, segnor caro,
già non si fa per noi, ché non bisogna,
ma per color che dietro a noi restaro».

Canto XI

«O Padre nostro, che sei nei cieli, non da questi limitato [circunscritto], ma per il maggiore amore che provi per le creature [i primi effetti] che lì si trovano, 

sia lodato il tuo nome e la tua virtù [valore] da parte di ogni creatura, così come è giusto render grazie al tuo Spirito Santo [dolce vapore].

Venga a noi la pace del tuo regno che noi, con le nostre capacità [da noi], non possiamo raggiungere, nonostante il nostro sforzo, se non ci viene concessa [s’ella non vien]. 

Come i tuoi angeli fanno sacrificio a te della loro volontà [suo voler] cantando le tue lodi [osanna], così facciano gli uomini della loro. 

Dacci oggi il nostro cibo quotidiano [cotidiana manna], senza il quale in questo desolato deserto della terra retrocede [a retro va] chi più si affanna nel procedere. 

E come noi perdoniamo chi ci ha fatto soffrire [lo mal ch’avem sofferto], così tu perdona benignamente noi, senza guardare se lo meritiamo o meno. 

Non volere sperimentare la nostra forza facile a crollare [che di legger s’adona] di fronte alle tentazioni del diavolo [l’antico avversaro], ma liberaci da lui che la induce a peccare. 

Quest’ultima preghiera, non la rivolgiamo per noi, o caro Signore, che non ne abbiamo bisogno (essendo già nel Purgatorio), ma per coloro che dopo di noi restarono in vita [dietro a noi]».